lunedì 1 novembre 2010

disabili e moto ... una passione che resta per sempre!

Vi presento DiSMo.org (Dimensione Sicurezza in Moto e Disabili in Moto)

DISMO è la prima associazione ad impegnarsi contemporaneamente sul fronte della sicurezza stradale e della prevenzione deli gincidenti, della difesa del diritto a una mobilità sicura delle persone di qualsiasi età e condizione sociale, del riconoscimento del motociclo come bene mobile primario al pari dell'auto, della diffusione della storia, della cultura e dell'arte motoristica, del sostenimento della possibilità di montare regolarmente accessori diversi dagli originali sui mezzi motociclistici a due o più ruote rendendone possibile la regolare omologazione in Italia, così come accade nel resto della Ue.
Attualmente è l’unica associazione che assiste il disabile in tutto l’iter da seguire per condurre un motociclo: dalla valutazione del caso specifico all’allestimento di un motociclo a seconda delle reali capacità di guida grazie alla collaborazione con centri di ricerca, autoscuole, centri di test ed allestitori di mezzi altamente qualificati.

venerdì 29 ottobre 2010

Pedane e piscina Il B&B per disabili

Santomato, 13 ottobre 2010 - Inaugurata a Santomato la prima struttura agrituristica della Toscana appositamente progettata per mettere a loro agio i portatori di handicap
Pedane che funzionano da ascensori per superare anche i piccoli scalini, accesso assistito alla piscina, nessuna barriera architettonica, insomma un luogo veramente aperto a tutti, anche a chi purtroppo è costretto a muoversi con la sedia a rotelle.
La struttura è di un privato, Hans Boot, un olandese arrivato in Italia circa 20 anni fa per lavoro, che avendo una sorella disabile ha toccato con mano l’arretratezza delle strutture ricettive italiane. "Trovare un albergo veramente accessibile ai disabili  - racconta  - venti anni fa era un’operazione quasi impossibile, figuriamoci un agriturismo.Neppure i musei erano del tutto accessibili, e più di una volta ho dovuto prendere mia sorella sulla schiena per portarla in camera".
ll bed and breakfast San Jacopo si trova a poche centinaia di metri dalla chiesa di Santomato, immerso nel verde, circondato da viti e ulivi. Ieri all’inaugurazione hanno partecipato, tra gli altri, il presidente del Consiglio comunale Marco Vettori, l’assessore provinciale al sociale, Michele Parronchi e don Paolo Tofani, parroco di Santomato.
"Quello del turismo accessibile — dice Parronchi — è un concetto intelligente che dovremmo sviluppare per due fattori: il primo perché dà una dimostrazione di sensibilità nei confronti di una fetta di popolazione di cui spesso ci si dimentica, e poi anche dal punto di vista economico, perché i diversamente abili rappresentano una parte importante della società"."Il Comune - aggiunge Vettori — non può che augurare i più grandi successi a questa struttura e l’invito a fare rete con tutte le associazioni, anche del territorio".

giovedì 28 ottobre 2010

Disabili in classi differenziate? è L'apartheid !

Proteste per le dichiarazioni incaute del presidente della Provincia di Udine
Le dichiarazioni del presidente della Provincia di Udine secondo il quale i disabili a scuola ritardano il programma hanno suscitato critche, ma la successiva rettifica con cui negava quelle affermazioni e precisava che i disabili devono essere separati dagli altri ha provocato vibrate proteste. 
Pietro Fontanini, presidente dell’Amministrazione provinciale della città friulana e segretario della Lega Nord del Friuli Venezia Giulia, nel corso di un convegno aveva affermato che “le persone disabili inserite nel mondo della scuola ritardano lo svolgimento dei programmi scolastici e sarebbe più utile mettere i bambini con disabilità su percorsi differenziati”.
Il presidente aveva proseguito affermando anche che la sanità pubblica “non si può far carico delle disabilità di coloro che vengono da fuori”.
Dopo le critiche alle sue affermazioni, il presidente ha voluto precisare meglio il suo pensiero, smentendo di aver parlato di 'ritardi' nello svolgimento dei programmi scolastici da parte di disabili.
Quello che ho detto - ha sottolineato, interpellato dall'ANSA - è che al modello italiano che prevede l'insegnante di sostegno, si potrebbe pensare a quello in vigore in altri Paesi europei che prevede la classe differenziata. Questo al fine di garantire una migliore preparazione degli studenti”.
I diversi devono, insomma, rimanere fuori dalla scuola, separati dagli studenti "normali".
Trent’anni di integrazione degli alunni disabili nella scuola di tutti sono stati, dunque, completamente inutili? Un errore? Che ne pensano i genitori degli alunni disabili?

TuttoscuolaFOCUS mercoledì 27 ottobre 2010

mercoledì 27 ottobre 2010

Siena, disabile vuole avere un figlio Offre il suo seme a una coppia lesbica





Il 35enne di Cortona ha messo l'annuncio su internet. Due senesi hanno risposto all'appello. Vogliono avere una gravidanza "secondo natura, senza ricorrere alla fecondazione assistita"

Siena - Dopo i due uomini di Livorno che hanno avuto un bambino grazie a un utero in affitto, è ancora polemica in Toscana. Stavolta è il donatore, un disabile di 35 anni, a cercare una coppia lesbica che non possa "andare all'estero per avere figli". Due donne senesi hanno raccolto l’invito e ora stanno tentando di avere una gravidanza "non attraverso la procreazione medicalmente assistita - come si legge sul quotidiano la Nazione - ma semplicemente, secondo natura".
L'appello su internet È la storia di Gabriele Viti, di Cortona, dove è stato assessore alla cultura, e di Valeria e Diana - nomi di fantasia - raccontata proprio dalle due donne nella serata di ieri ai microfoni dell’emittente radiofonica locale Antenna Radio Esse. L’uomo aveva aperto quattro mesi fa il sito www.vogliamoavereunfiglio.org dichiarando di voler offrire il suo seme. "Quando abbiamo letto dell’appello di Gabriele - dicono le donne - non ci abbiamo pensato un attimo: gli abbiamo scritto una mail e per fortuna ci ha risposto".
"Disabilità di Gabriele non è handicap" Le due stanno insieme da tre anni ma sono impossibilitate per motivi economici a ricorrere alla fecondazione eterologa all’estero. Gabriele, invece, soffre di spasticità causata da asfissia neonatale. "Nessun pregiudizio - proseguono le donne - non abbiamo pensato alla disabilità di Gabriele come un handicap o un fattore di rischio per il figlio che speriamo arrivi. Sappiamo che Gabriele è sano e per noi non è diverso dagli altri". E sulla presenza del padre biologico nella vita del nascituro hanno aggiunto: "Ne abbiamo parlato diverse volte. È una soluzione che valuteremo quando poi sarà il momento".
Le polemiche Immediata la replica di Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita, che critica la possibilità che i tre possano sottoporsi alla fecondazione assistita: "La legge 40 consente anche alle coppie non sposate, purchè i componenti siano eterosessuali e formino una coppia stabile, di accedere alla fecondazione artificiale. È chiaro che la stabilità deve essere accertata. Resto, comunque, dell’idea che, proprio a tutela del nascituro, sarebbe stato meglio fare una legge più rigorosa: indicare cioè come requisito il fatto che la coppia sia sposata, con rito civile o religioso, per una maggiore garanzia di stabilità".

domenica 10 ottobre 2010

I pediatri: attenzione ai bisogni dei fratelli delle persone disabili

Dal Congresso nazionale dell'Acp un'indagine sui loro bisogni. Montini: "Gli interventi di supporto centrati sul disabile quasi mai rispondono ai bisogni della famiglia e non considerano quelli dei fratelli. Servono fattori di protezione"
una famiglia ROMA - Individuare i bisogni dei fratelli dei bambini disabili, che spesso manifestano difficoltà relazionali e psicologiche: è l'obiettivo dello studio che l'Acp (Associazione culturale pediatri) propone in occasione del suo XXII Congresso nazionale,  in corso a Palermo dal 7 al 9 ottobre. L'appuntamento, incentrato quest'anno sul tema "Bambini... in mente", dedica in questi giorni un'attenzione particolare alla condizione dei cosiddetti "siblings", spesso condannati ad essere dimenticati dal piani d'intervento e dalle persone e dalle istituzioni che ruotano intorno alla famiglia. Un ruolo fondamentale riveste, in questo contesto, il pediatra di famiglia.
Secondo gli ultimi dati Istat, sono circa 2,6 milioni, in Italia, le persone disabili con più di 6 anni che vivono in famiglia, cioè il 4,8% della popolazione italiana. Si calcola che in un distretto di 100.000 abitanti ci siano circa 20 bambini in queste condizioni. Un pediatra di famiglia con 800 assistiti ha 3-4 pazienti con malattia genetica e/o disabilità congenita complessa.
"Gli interventi di supporto, centrati sul disabile, quasi mai rispondono ai bisogni della famiglia, e non considerano quelli dei fratelli", spiega Tommaso Montini, rappresentante di Acp Campania e referente dello studio. "Per un efficace sostegno - continua - è più che mai necessario individuare ‘fattori di protezione' che siano mirati anche ai fratelli: operatori che supportino la famiglia, che ne facilitino l'apertura ad altre realtà sociali; interventi che permettano ai fratelli di creare relazioni amicali con coetanei esterni (sport, scuola, ludoteche) e ai genitori un operatore che accompagni il figlio con disabilità a scuola o al centro di riabilitazione o che lo aiuti a lavarsi".
Non è la prima volta che l'Acp affronta la questione: "Avevamo già affrontato il tema dei  fratelli e delle sorelle di un bambino con disabilità o colpito da una malattia cronica, che si sono definiti essi stessi come gli ‘sconosciuti' dentro la storia della malattia o dell'handicap", commenta Paolo Siani, Presidente dell'Acp nazionale. "Già nel 2005 l'associazione aveva segnalato che  gli studi si sono in gran parte dedicati all'impatto dell'handicap sul bambino colpito e sui suoi genitori e il vissuto  della fratria è stato pressoché ignorato."
La presenza di un fratello disabile rappresenta spesso una fonte di grande disagio e sofferenza, non ché una responsabilità che condiziona irrimediabilmente le dinamiche interne della famiglia. In questo contesto, i fratelli sani vedono spesso trascurati i propri bisogni e sono costretti a difficili adattamenti. " Per i bambini spiega l'associazione - lo stress emotivo agisce come un ‘veleno' nell'organizzazione neuronale, particolarmente nelle aree deputate al controllo delle emozioni".
Per questa ragione, l'Acp propone un'indagine trasversale su tutto il territorio nazionale, che coinvolga famiglie, operatori, pediatri, comunità e associazioni. Tra gli interventi che potrebbero essere messi in atto, l'associazione evidenzia la necessità di "una ‘rete' che impedisca alla famiglia di chiudersi in se stessa ", "supporti logistici", "una buona azione di counselling" e uno snellimento della burocrazia, che spesso "costringe le famiglie a faticosi percorsi per ottenere elementari diritti".
"In sintesi, è il ‘sistema' che deve andare incontro alla famiglia e non viceversa, con un'azione di tipo tutoriale e multidisciplinare", conclude Montini sottolineando che "l'imperativo è facilitare l'accettazione della patologia e supportare un percorso sostenibile che dia serenità al genitore e alla sua famiglia".
(9 ottobre 2010)

www.superabile.it

lunedì 27 settembre 2010

L'Aci di Pistoia lancia la campagna "Amiamoci"

Servirà a migliorare la sicurezza sulle strade dell’intera provincia, con particolare riguardo alle esigenze dei disabili.

L’Aci di Pistoia lancia la campagna «Amiamoci», per migliorare la sicurezza sulle strade dell’intera provincia, con particolare riguardo alle esigenze dei disabili. La campagna si rivolge in particolare ai soci dell’Automobil club, ma più in generale a tutti i cittadini, che sono chiamati a segnalare le barriere architettoniche, le buche presenti sulle strade e gli ostacoli in genere che oltre a costituire un rischio per l’incolumità di tutti, limitano la libera circolazione delle persone che viaggiano in carrozzina o con mezzi elettrici. L’iniziativa, presentata in conferenza stampa dal commissario straordinario dell’Aci di Pistoia, Antonio Recchioni e dal direttore Pasquale Amoroso, prende il via dalla constatazione delle difficoltà quotidiane che chi è costretto a muoversi in carrozzina deve affrontare per spostarsi, soprattutto all’interno della città. Le difficoltà maggiori riguardano la mancanza di colonnine installate per la ricarica di veicoli elettrici (davanti agli uffici pubblici o presso gli stalli della sosta riservati ai portatori di handicap), la presenza di barriere architettoniche che impediscono l'accesso a pubblici servizi, l'assenza di piste ciclabili su sede propria o protette per spostamenti sicuri, la presenza di buche sulle strade cittadine che sono un fattore di rischio per biciclette, scooter e veicoli elettrici. A segnalare per primo queste difficoltà è stato Loretto Petrucci (premiato dall’Aci con una targa), gloria del ciclismo nazionale degli anni ‘50, che oggi ha 81 anni e che per problemi di salute è costretto a spostarsi con un mezzo elettrico per disabili. Petrucci era presente alla conferenza stampa e con lui c’era anche Massimo Toschi, ex assessore della Regione Toscana e oggi consigliere regionale. 


http://www.toscanatv.com/leggi_news?idnews=AA580537

lunedì 6 settembre 2010

Sclerosi multipla: una concreta speranza arriva da Ferrara

Gli studi condotti dal dottor Zamboni correlano la malattia ad uno scarso afflusso del sangue al cervello dato dalla Ccsvi

Il dottor Paolo Zamboni (da http://web.unife.it)
Il dottor Paolo Zamboni (da http://web.unife.it)
E’ dell’altro giorno una richiesta pubblica da parte del consigliere regionale Mauro Manfredini (Lega Nord), che ha rivolto un’apposita interrogazione alla Giunta per sapere ”quanti sono i casi di Sclerosi Multipla registrati in Regione e quanti pazienti affetti da questa patologia e trattati con interventi di angioplastica dilatativa hanno riscontrato miglioramenti”.
La domanda non arriva a caso. Perché c’è una notizia, un’ottima notizia in merito che lega Ferrara, il suo ospedale e la sua Università ad una speranza concreta sulla lotta a questa malattia neurodegenerativa, che sta facendo il giro del Web e delle riviste di settore, che ha trovato spazio anche sul Corriere della Sera, l’inserto Salute di repubblica,  e che chiama in causa il dottor Paolo Zamboni, ricercatore dell’Università degli Studi di Ferrara e Direttore del Centro Malattie Vascolari.
Nonostante gli innegabili successi della sperimentazione, ecco il senso dell’intervento di Manfredini, pare che non siano previsti ulteriori finanziamenti per il prosieguo sperimentale e sul campo della ricerca.

Cos’è la sclerosi multipla? Descritta ovunque, colpisce oltre due milioni e mezzo di persone nel mondo. E’ una malattia infiammatoria cronica demielinizzante che colpisce il sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale) a patogenesi autoimmune.
La grande variabilità dei sintomi che la caratterizzano è conseguenza di un processo di degenerazione della mielina, da qui il termine demielinizzante (o mielinoclastica). La mielina costituisce la guaina che riveste parte del corpo dei neuroni permettendo la trasmissione rapida e integra degli impulsi nervosi. Se in uno stato di normalità le informazioni nelle fibre nervose sono trasmesse a 100 m/s, in un individuo affetto dalla sclerosi multipla la velocità scende gradualmente a 5 m/s.

Si può ben quali siano i problemi conseguenti ad una riduzione della trasmissione degli impulsi nervosi: affaticamento cronico, perdita del senso di equilibrio, perdita di sensibilità tattile, perdita di controllo delle funzionalità della vescica, solo per citarne alcune a livello fisico; nei casi avanzati si arriva a perdere tutte le funzioni legate alla sfera cognitiva, dalla difficoltà alla perdita della parola, alla difficoltà di apprendimento, attenzione e memorizzazione.
Le cause di insorgenza della Sclerosi Multipla sono diverse, da quelle genetiche a quella ambientali.

E qui arriva la ricerca che vede in prima linea il dottor Zamboni. Secondo cui nella maggior parte dei casi è il non corretto afflusso del sangue verso il cervello che porterebbe ai danni legati alla Sclerosi Multipla.
Questo non corretto circolo del sangue verso il cervello è legato ad una precisa patologia, la Ccsvi (Chronic cerebro-spinal venous insufficiency) che, se diagnosticata, è risolvibile con un intervento chirurgico effettuabile in regime di day hospital.
La ricerca verte sul fatto che i restringimenti venosi dati dalla Ccsvi oltre ad impedire un corretto scorrimento del sangue verso il cervello portano ad suo reflusso verso l’alto, che ne favorisce il ristagno nel cervello. Fatto che porta ad un eccessivo deposito di ferro, pericoloso perché alla base della produzione di radicali liberi, specie tra le più reattive in natura, che porta alla distruzione delle cellule che incontra, primo passo verso l’insorgenza o il peggioramento della malattia.

I dati in possesso del dottor Zamboni, affiancato nel percorso dal dottor Fabrizio Salvi del Bellaria di Bologna, hanno dimostrato che in tutti i pazienti dello studio affetti dalla malattia presentano un’alterazione dello scarico venoso cerebro-spinale. E la malattia, dopo il piccolo intervento chirurgico di cui si è parlato prima, hanno in parte migliorato la loro situazione.
Tale risultato è approdato dall’altra parte dell’Oceano: il Jacobs institute of neurology di Buffalo condurrà le stesse rilevazioni su un pannel composto da  1.100 pazienti colpiti dalla malattia e 600 volontari.
I risultati potrebbero essere un’altra importantissima conferma della bilateralità  Ccsvi-Sclerosi Multipla, ed un passo importante verso prevenzione e cure efficienti potrebbe essere compiuto.

Lo studio condotto dal dottor Zamboni ed il suo staff verrà pubblicato sul prestigioso Journal of Vascular Surgery.
E su Facebook c’è un gruppo che candida il dottor Zamboni al Premio Nobel: www.facebook.com/pages/Dr-Paolo-Zamboni-for-Nobel-Prize/189126712286?v=wall&ref=search
 articolo orgiginale http://www.estense.com/5111-05111.html


qui di seguito una serie di link interessanti sull'argomento:
http://salute24.ilsole24ore.com 
http://social.tiscali.it 
e i video:
http://www.youtube.com/watch?v=ZV8xqNzd2F8
http://www.youtube.com/watch?v=THczvfzRlx0&feature=related