mercoledì 27 ottobre 2010

Siena, disabile vuole avere un figlio Offre il suo seme a una coppia lesbica





Il 35enne di Cortona ha messo l'annuncio su internet. Due senesi hanno risposto all'appello. Vogliono avere una gravidanza "secondo natura, senza ricorrere alla fecondazione assistita"

Siena - Dopo i due uomini di Livorno che hanno avuto un bambino grazie a un utero in affitto, è ancora polemica in Toscana. Stavolta è il donatore, un disabile di 35 anni, a cercare una coppia lesbica che non possa "andare all'estero per avere figli". Due donne senesi hanno raccolto l’invito e ora stanno tentando di avere una gravidanza "non attraverso la procreazione medicalmente assistita - come si legge sul quotidiano la Nazione - ma semplicemente, secondo natura".
L'appello su internet È la storia di Gabriele Viti, di Cortona, dove è stato assessore alla cultura, e di Valeria e Diana - nomi di fantasia - raccontata proprio dalle due donne nella serata di ieri ai microfoni dell’emittente radiofonica locale Antenna Radio Esse. L’uomo aveva aperto quattro mesi fa il sito www.vogliamoavereunfiglio.org dichiarando di voler offrire il suo seme. "Quando abbiamo letto dell’appello di Gabriele - dicono le donne - non ci abbiamo pensato un attimo: gli abbiamo scritto una mail e per fortuna ci ha risposto".
"Disabilità di Gabriele non è handicap" Le due stanno insieme da tre anni ma sono impossibilitate per motivi economici a ricorrere alla fecondazione eterologa all’estero. Gabriele, invece, soffre di spasticità causata da asfissia neonatale. "Nessun pregiudizio - proseguono le donne - non abbiamo pensato alla disabilità di Gabriele come un handicap o un fattore di rischio per il figlio che speriamo arrivi. Sappiamo che Gabriele è sano e per noi non è diverso dagli altri". E sulla presenza del padre biologico nella vita del nascituro hanno aggiunto: "Ne abbiamo parlato diverse volte. È una soluzione che valuteremo quando poi sarà il momento".
Le polemiche Immediata la replica di Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita, che critica la possibilità che i tre possano sottoporsi alla fecondazione assistita: "La legge 40 consente anche alle coppie non sposate, purchè i componenti siano eterosessuali e formino una coppia stabile, di accedere alla fecondazione artificiale. È chiaro che la stabilità deve essere accertata. Resto, comunque, dell’idea che, proprio a tutela del nascituro, sarebbe stato meglio fare una legge più rigorosa: indicare cioè come requisito il fatto che la coppia sia sposata, con rito civile o religioso, per una maggiore garanzia di stabilità".

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